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venerdì 11 novembre 2022

Moodboard di Novembre

 

Perché ho deciso di fare una moodboard?
La verità è che, dopo aver visto la storia IG di Valentina Peracchi, ho riflettuto su cosa significasse per me questo Novembre: quali sono i miei obiettivi? A cosa voglio dare importanza e priorità? Se dovessi immaginare questo mese in termini fotografici, come sarebbe?
E così ho dato libero sfogo al mio lato creativo - sempre in fermento e pronto all'azione - e ne è uscita un'immagine che dice davvero molto della mia vita, delle cose che amo e dei miei obiettivi.


Nella prima foto a sinistra ci sono dei palloncini, perché Novembre è il mese del mio compleanno ma non solo... c'è il compleanno del mio compagno e di diversi amici, quindi è un mese di festa.

Subito a destra ho posizionato un pc su una scrivania; quale foto migliore per rappresentare il mio lavoro? Anche perché per le consulenze c'è molto materiale da preparare e il pc diventa come un migliore amico essenziale.
Subito sotto, sempre sulla destra, c'è un'immagine che richiama i viaggi, una delle mie più grandi passioni oltre il mondo della moda. Quest'anno non mi è andata benissimo con le ferie estive, volevo quindi programmare un piccolo viaggio di ricompensa anche in vista dei compleanni.

Tornando sulla sinistra, l'immagine riporta un meraviglioso planner mensile; sì, per chi lavora come freelance e si occupa di personal branding online, la pianificazione è essenziale.

In basso a sinistra invece c'è uno scorcio di albero di Natale; non è raffigurato interamente perché, per chi abita a Milano, l'albero non si fa prima del 7 Dicembre - Sant'Ambrogio - ma durante questo mese, con il mio compagno, siamo andati a comprare tutto il necessario di cui eravamo sprovvisti.

L'ultima foto sulla destra è un guardaroba minimal e ordinato ed è esattamente ciò che sto cercando di fare con la mia, ahimé ancora incasinata, cabina armadio. In quanto consulente ho già sfoltito con un sano decluttering ma c'è ancora del lavoro da fare...

Al centro troviamo invece delle scritte che descrivono con numeri e parole il valore e il significato di questo mese - cosa che ho spiegato bene nel post di Instagram.

Quindi, Novembre è per me un mese molto importante e ricco di emozioni, quest'anno ho aggiunto delle good vibes grazie al nuovo lavoro che mi permette di avere sempre stimoli e sfide entusiasmanti.

Ora però sono davvero curiosa, qual è la vostra moodboard di Novembre?

venerdì 28 ottobre 2022

Capire se stessi per aiutare gli altri



Se dovessi dirvi che a 33 anni ho deciso di stravolgere la mia vita, lasciando un Full Time indeterminato, mi prendereste per matta?

Probabilmente sì, ma vi chiedo di attendere un attimo perché sto per raccontarvi il dietro le quinte di questo - forse - folle gesto.

Quando ci si alza al mattino e la prima cosa a cui si pensa è "cosa sto facendo della mia vita?", allora è necessario prendere dei provvedimenti.
Questa era la mia situazione ad inizio 2022: un lavoro d'ufficio molto stressante che mi portava via troppo tempo ed energie; una vita privata ormai inesistente, perché durante il weekend ero sempre troppo stanca o presa dai doveri con i quali tutti noi dobbiamo fare i conti (pulizie di casa, lavatrici, spesa… ); e la sensazione costante di sprecare anni preziosi che nessuno mi avrebbe ridato indietro.
In quei pochi momenti di relax, soprattutto durante le ferie estive, non facevo altro che pensare e immaginare la vita come la vorrei - e non parliamo di una vita in stile Chiara Ferragni perché, diciamocelo, sognare è bello ma quando si sta cercando una via di fuga, una soluzione ad un malessere sempre più opprimente, bisogna anche restare con i piedi per terra.
Durante le mie riflessioni ho realizzato quanto la tipologia di lavoro che stavo svolgendo in quel momento stesse annientando la mia persona, perché totalmente aliena a quella che è la mia vocazione: a me piace instaurare un rapporto di empatia, capire le esigenze, rendere felice qualcuno, aiutare in ciò di cui si ha bisogno… come avrei potuto fare tutto questo seduta su una sedia e dietro lo schermo di un pc?
Mi stavo lentamente spegnendo e non c'è cosa peggiore che si possa fare a noi stessi... è come morire dentro.
Ci sono voluti anni - e non pochi - per capire come potessi sfruttare la mia personalità insieme alle mie più grandi passioni ma posso dire che, finalmente, ho trovato la mia strada.
È così che mi sono iscritta ai corsi di formazioni di Carla Gozzi, presso la sua Accademia di Reggio Emilia, e al percorso formativo di Fashion Stylist e Image Consultant presso L'Italian Image Institute di Rossella Migliaccio.
Grazie alle basi date dalla mia splendida nonna sarta, alla mia passione per la Moda e alla formazione conseguita, ho quindi avviato il mio progetto professionale di Style Coach, Armocromista e Personal Shopper.

La bellezza di questo lavoro è la sua continua evoluzione, il non permetterti mai di fermarti e richiedere sempre curiosità, interesse e continuo aggiornamento: è proprio questa dinamicità a renderlo speciale ed entusiasmante... ma sapete qual è la cosa più bella di tutte? Sapere che, tramite le mie conoscenze, posso aiutare a comprendere come abbattere le proprie insicurezze rendendo consapevoli delle forme e colori che donano e valorizzano.
martedì 10 gennaio 2017

A lezioni di anti-pregiudizio con Vivienne


Gennaio è arrivato e, oltre il gelo e la neve al sud - roba che nemmeno nei migliori film di fantascienza è mai stata immaginata -, come ogni anno porta con sé l'arrivo dei saldi.
Attimi di panico.
Insomma, mentirei se vi dicessi che attendo i saldi come i giorni di festa per abbuffarmi di dolci e cioccolato. No, i saldi sono da evitare come la peste: fiumane di persone sbraccianti e urlanti in coda e dentro i negozi; vestiti a terra, nei camerini, calpestati, sporchi di rossetto, strappati, sudati... il tutto per un 20-30% di sconto, quando va bene.
Si salvi chi può!
Eppure quest'anno una mia cara amica è riuscita a trascinare il mio pesante e pigro fondoschiena fino in Duomo per una sessione mattutina di acquisti, convinta che sarebbe stata lei l'unica a tornare a casa con un bottino.
Questa ragazza, di cui un giorno vi dovrò assolutamente parlare, ha dei gusti davvero singolari e, con la sua innata simpatia, è riuscita a convincermi e catapultarmi nel prêt-à-porter in quel di Milano.
Fermi un attimo.
Cosa ci fa una come me in mezzo allo sfarzo dei negozi di Montenapoleone? Io che per la banca non ho un centesimo e per avere un mutuo dovrò contabilizzare ogni respiro della mia vita da qui a per sempre?
Be', poco e niente questo è certo, eppure il negozio di Vivienne Westwood è riuscito ad annientare il severo financial controller che è in me e farmi uscire dal negozio con uno splendido capo acquistato.


Il pregiudizio, nel caso specifico l'idea che una persona di ceto medio non possa permettersi nemmeno di entrare in certi negozi, mi ha portata fino ai ventotto anni a privarmi di un'esperienza surreale come godere dell'acquisto di un bellissimo capo firmato e di qualità, cosa che con ogni probabilità non potrò permettermi con desiderata frequenza.
Tutto ciò causato purtroppo dal pensiero che in questo genere di posti possano entrare solo persone con indosso grandi firme dalla testa ai piedi, e che quindi un soggetto come me, vestito alla bell'e meglio, avrebbe subito gli sguardi inquisitori dei commessi. La realtà è però ben distante da questo scenario: all'arrivo, che tu stia camminando sopra delle Louboutin o delle comodissime Nike, trovi un elegantissimo door attendant che ti apre la porta e da il benvenuto, seguito dai commessi pronti ad accoglierti e coccolarti, seguendo ogni tua richiesta - anche la più assurda.

La mia amica, ormai sconosciuta solo agli stagionali, ha iniziato a prendere i capi già adocchiati sul sito ed è entrata in camerino quando, con la significativa collaborazione della mia migliore amica, un luminosissimo bagliore accompagnato dal sonoro canto di angeli mi hanno condotta verso questo poncho dalla straordinaria trama tartan. Avete presente quella sensazione che arriva da dentro e vi dice "Sì, quello deve essere tuo: è perfetto, si intona con la tua carnagione, ha dei colori impeccabili, ti serve, non puoi vivere senza... già ti vedo per le strade di Milano a fare invidia a tutti"? La maggior parte di queste ragioni non sono nemmeno vere, ma imperterrita ignori il tuo buonsenso e sempre meno intimidita alzi la mano per toccare questo miracoloso capo d'abbigliamento. Guardi il cartellino e non solo scopri che il prezzo è ragionevole, ma che ha pure il 50% di sconto!
È fatta. Sei stata conquistata.
È così, credetemi! È proprio così che ci si fa fregare e da semplici accompagnatori si diventa compratori esperti dal folto curriculum; ed è così che da scettici pregiudizievoli ci si trasforma in elegantissimi squattrinati di gran classe! ;)

domenica 31 luglio 2016

L'importanza di godersi il momento




Da piccoli, specialmente in età adolescenziale, quando non si vede l’ora di compiere gli anni per aggiungere un numero in più e sentirsi più grandi, non ci rendiamo conto di quante meraviglie dell’età rimpiangeremo, dei momenti magici e irripetibili che ricorderemo con nostalgia una volta diventati grandi e ai quali magari, in quel momento, non diamo nemmeno la giusta importanza.
Sì, perché crescere, in fin dei conti, non è poi così bello come sembra: sempre meno tempo per noi stessi e le cose che più ci piacciono, lavoro e sempre più tempo da dedicare a problemi da adulto… senza dimenticare che prima o poi arriva anche il terribile momento in cui vedi molte persone della tua vita lasciare per sempre questo mondo.

Spesso ricordo quando alle medie, con le mie compagne di classe, non vedevamo l’ora di compiere tredici anni; sì, perché quei tredici anni ci facevano sentire più adolescenti e meno bambine, ci facevano fantasticare sui ragazzi e le storie d’amore stile film. Ma cos’è un anno in più a quell’età, se non un semplice numero che ci ricorda il tempo che passa?
Un altro ricordo che ho sono le vacanze estive con i miei genitori; verso i sedici anni, a meno due dai diciotto - il momento dell’emancipazione -, quando sbuffavo all’idea di dover passare la mia estate in Calabria con i miei genitori, invece di poter partire con gli amici e divertirmi. Eppure adesso, alla soglia dei ventotto anni, ricordo quei giorni con una nostalgia incredibile: la sveglia presto al mattino per andare al mare, con quel buonissimo odore di caffè che si espandeva per tutta la casa; le risate quando il mare era mosso e ci buttava a terra; il sole caldo sulla pelle alleggerito dal vento sempre presente; i pranzi e le cene con genitori e nonni; le grigliate in montagna a ferragosto in più di venti persone; i pomeriggio passati a chiacchierare con la mia amica, che proprio quest’anno è diventata una meravigliosa moglie. Cosa darei ora per tornare in quegli anni, cosciente del fatto che mi sarebbero mancati da morire.


La vita ci pone davanti dei momenti di gioia e dei momenti difficili e colmi di dolore, non possiamo sapere cosa ci aspetta domani e tormentarci, cercando invano di prevedere un futuro ignoto, non farà altro che rovinarci gli irripetibili attimi del presente. Ecco perché penso che la ragione della infelicità di molte persone sia l’incapacità di godersi il momento, con conseguente rabbia per esserselo perso.

Ogni anno della nostra vita è importante e ogni singolo giorno ha un potenziale infinito di felicità da regalarci, ciò che conta è restare sul pezzo, vivere alla giornata e smetterla di catapultarsi sul passato o futuro… perché quello che possiamo regalare a noi stessi per star bene è ADESSO




sabato 3 ottobre 2015

Good Vibes #1


Qualche giorno fa, su Huffington Post, mi sono imbattuta in un articolo veramente interessante: Alyssa, ventisettenne californiana, racconta di come ha "distrutto" la sua vita sentimentale per inseguire il sogno di viaggiare.
Le correnti di pensiero potrebbero dividerci drasticamente come capita nelle ship delle serie tv, ma da inguaribile romantica vi posso assicurare che più scorrevo le sue parole, più mi rendevo conto di quanto fossi d'accordo con lei.

Questa bellissima ragazza ci parla di come la società, soprattutto quella che popola i Social Network quali Facebook, le abbia fatto perdere l'orientamento durante tutti questi anni. Vi starete chiedendo come sia possibile, in realtà lo è più di quanto ognuno di noi possa immaginare... e la cosa peggiore è che non ce ne rendiamo conto finché non troviamo qualcuno in grado di guarirci dal virus che ci ha trasformati in degli orribili Zombie.
Durante i miei rarissimi momenti di utilizzo coscienzioso dell'universo virtuale, ho provato ad analizzarne l'utilizzo e l'influenza che esso ha per trarne una triste conclusione: la realtà virtuale è irreale.
Capitan ovvio è in azione! :)
Scherzi a parte, seppur scontata agli occhi di tutti, sono dell'idea che questa consapevolezza non impedisca alle persone di farsi fregare, cascando quindi in quello che sembra essere il gioco di chi ha la vita più bella ed entusiasmante. Sto divagando... quello che voglio cercare di dirvi è che anche io ho notato una certa pressione sociale e questo perché, che siano vecchi amici o colleghi, gran parte delle persone che conosciamo sembrano seguire gli stessi obiettivi, lasciandoci quindi due alternative: sentirci pesci fuor d'acqua o convincerci che anche noi vogliamo le loro stesse cose.
Quest'ultima era la scelta che stava per fare Alyssa, sulla soglia del matrimonio con una persona che credeva di amare, con la quale non condivideva la passione per i viaggi e che abusava di lei; finché un anno fa, presa da un coraggio che auguro a tutti di trovare, ha deciso di lasciare il suo ragazzo e partire per quel cammino di tre settimane che da tempo aveva programmato.

E così la losangelina, dopo aver visto ben otto paesi nel giro di un anno, ha potuto dire di aver distrutto la sua vita sentimentale nel miglior modo possibile.

Trattiamo alcuni punti del suo articolo e vediamo a quali conclusioni ci conduce questo viaggio. :)






  • Viaggiare da sola ha ampliato i miei orizzonti.
Almeno una volta nella vita, tutti dovremmo trovare il modo di fare un viaggio completamente soli: niente fidanzato/a, moglie o marito, figli, genitori, fratelli o sorelle, nonni, zii, cugini, amici e/o colleghi. Naturalmente questo dipende dalle possibilità di ognuno di noi, ma non demordete perché se non potete ora non significa che tra dieci, venti o chissà quanti anni la situazione sia sempre la stessa. La vita è imprevedibile e spesso dietro l'angolo si celano le più inaspettate sorprese - non sempre negative come i pessimisti come me tendono a pensare.
Quello che Alyssa credo voglia trasmetterci è quanto bello può essere scoprire se stessi attraverso un cammino solitario... se ci riflettete un po', vi renderete conto che partire per terre che non avete mai calpestato prima, in sola compagnia del vostro Io, della vostra essenza, vi permetterà di apprezzare maggiormente quel che avete davanti agli occhi e approfondire la conoscenza di voi stessi.


  • Mi ha fatto concentrare su ciò che voglio davvero.
Questo è uno dei miei punti preferiti in quanto, se dobbiamo essere sinceri, durante le nostre giornate tendiamo a preoccuparci troppo del pensiero altrui e troppo poco del nostro.
Perché non smettiamo di cercare approvazione e iniziamo ad affrontare la vita seguendo ciò che ci piace? Gran parte della frustrazione e dei problemi di ogni individuo non sono che la conseguenza di questa pessima abitudine - e se il mondo non fosse così popolato potrei tranquillamente proclamarmene la regina!

Quando siamo in compagnia, soprattutto se si hanno amici che per carattere sono portati al dialogo, non ci rendiamo conto quanto spesso ci facciamo schiacciare dagli avvenimenti della loro vita: l'erba del vicino è sempre più verde e questo succede anche quando in realtà, il nostro povero amico della porta accanto, il giardino non lo possiede nemmeno.

Essere soli, rapportarsi esclusivamente a se stessi, permette di analizzare meglio la propria vita. In questo modo siamo in grado di capire ciò che vogliamo, quello che ci va bene e quello che invece vorremmo cambiare.
Se non credete alle mie parole e alla testimonianza di Alyssa, vi invito a farci caso la prossima volta che vi ritroverete soli in macchina, o sul tram, metropolitana, aereo... vi renderete conto di quanto i vostri pensieri siano diversi da quelli che vi accompagnano quando siete in presenza di altre persone.





  • I ragazzi hanno iniziato ad apprezzare le cose sbagliate/Non mi sono sistemata
Qui ci racconta della sua esperienza con i ragazzi conosciuti su Tinder... Devo davvero spendere delle parole per questa applicazione? Non so quanti di voi si siano ritrovati a usarla, io sì e me ne sono pentita, ma di questo vi parlerò un'altra volta.
Sappiate che non si può incorrere a errore peggiore per rimediare al proprio status di single, se non usando un'app popolata da veri e propri allupati.
Dopo una serie di delusioni, causate da letterali stronzi, Alyssa ci spiega di aver avuto l'improbabile fortuna di imbattersi in un bravo ragazzo: un chirurgo pediatrico molto dolce di ventotto anni, al quale non avrebbe dato fastidio se lei avesse speso gran parte dei suoi giorni in giro per il mondo... tanto comunque lui sarebbe stato a lavoro.
Credo che tutto questo l'abbia portata a porsi una domanda di grande rilevanza: voglio davvero legarmi in modo forzato a qualcuno, pur di non dovermi definire "libera sentimentalmente"?
Le risposte a certi quesiti dovrebbero essere talmente semplici, dovrebbero uscire con totale naturalezza o meglio, non dovrebbero nemmeno esserci tali dubbi. Non dobbiamo dimenticare il nostro vero obiettivo, ciò che desideriamo; non dobbiamo dimenticare che meritiamo di avere accanto una persona in grado di farci battere il cuore all'impazzata; non dobbiamo dimenticare che, come dice il buon Ligabue, "chi si accontenta gode solo a metà".



Arrivati ormai alla fine, le domande che vi pongo sono: cosa ne pensate? Avete trovato utile e interessante questo articolo?
Spero con tutto il cuore che la risposta sia sì... perché la conclusione di tutto questo caos di pensieri e pareri altro non è che un consiglio: restate sempre fedeli a voi stessi. Non lasciatevi strappare presente e futuro da quelli che sono gli stereotipi collettivi di una società in degrado. Seguite sempre le vostre passioni, il vostro cuore, i vostri desideri... la strada non sarà facile, questo è sicuro, ma la meta varrà ogni singola goccia di sudore.



Sources:
Article on Huffington Post
Alyssa Ramos - Instagram
Alyssa Ramos - Blog

sabato 26 settembre 2015

Life's a journey

Lasciati cambiare da questo viaggio.
Ogni posto che visiti, ogni persona che incontri, ogni sensazione, profumo, emozione, ogni cosa che ti accade, anche la più piccola e all'apparenza superflua, lascia dentro di te un'impronta che senza rendertene conto ti sta cambiando.
Questo è un po' quello che si verifica ogni giorno della nostra vita, e sappiamo bene tutti non essere altro che il nostro viaggio più lungo e faticoso.


Non lasciate che la paura di interrompere il vostro status qui vi impedisca di essere felici.

Let this journey changes you.
Every single place, person, feeling, smell, emotion, every single thing even the little and apparently irrelevant one is going to change you...and you won't even notice that.
This is basically what's life and we all know is nothing but the longest and hardest journey we have to make.


So, don't let the fear of breaking your status quo prevents you to be happy.


Ho sempre iniziato nuove avventure, sperando di riuscire a seguire e realizzare i miei sogni... ma fino a ora non ho fatto altro che premere start per poi lasciare tutto in stand-by. Oggi voglio fare una promessa a me stessa e alle persone che amo: voglio iniziare a godermi questo viaggio chiamato vita.
Jen